L’occhio rappresenta una speciale mappa topografica, una cartina al tornasole, un piccolo archivio in cui è tracciato lo stato psicofisico dell’individuo. Associato all’interiorità, lo sguardo riflette la salute fisica del corpo, lo stato d’animo, la lucidità mentale. In particolare, l’analisi dell’iride sarebbe in grado diagnosticare il buon funzionamento fisiologico e, per contro, la presenza di malattie o lo sviluppo di eventuali patologie. In base alla forma, alle macchie e alle sfumature cromatiche della membrana muscolare che circonda la pupilla, è possibile comprendere persino il temperamento e l’attitudine del soggetto in esame. Già nei papiri dell’antico Egitto e in alcune fonti mesopotamiche viene menzionata la stretta relazione tra la variazione del colore dell’occhio e le diverse infermità. Ippocrate di Kos, padre della medicina, sosteneva che tali sono gli occhi tale è il corpo, mentre all’epoca del Rinascimento il medico e alchimista Paracelso scriveva: considerate l’occhio nella testa, con quale arte è costruito e come il corpo ha impresso così meravigliosamente la sua anatomia nella sua immagine. Studi recenti hanno dimostrato che tra colore dell’iride e tipologia del carattere esiste un comune substrato biologico. Mentre chi ha gli occhi scuri manifesta un comportamento tendenzialmente impulsivo, estroverso e iperattivo, chi li possiede chiari si distingue per avere un’indole pacata, moderata e riflessiva. Osservazione forse un po’ banale, ma tant’è. Così come affermare che “l’occhio è lo specchio dell’anima”. Lo abbiamo sentito almeno un milione di volte, e non si tratta solo di un modo di dire o di una credenza popolare. Legato alla visione della realtà e alla sua percezione, l’occhio già nell’antichità era simbolo di potenza superiore, di spiritualità, significava Dio e aveva dunque proprietà apotropaiche.
Languidi, guizzanti, tristi, sinceri, vacui. Agli occhi è dedicato l’ultimo lavoro dell’artista umbro Luigi Manciocco. Si tratta di una videoinstallazione intitolata Occhi, appunto, composta da tre piccoli monitor a cristalli liquidi che inviano le stesse immagini ma in sequenza diversa. Sugli schermi in primissimo piano scorrono sguardi di tipi umani differenti per genere, razza, età. Alcuni sguardi appartengono a persone noti, altri sono sconosciuti ai più: accostati gli uni agli altri tendono a confondersi. Non conta più cosa è di chi.
L’installazione di Manciocco è pertanto un invito a stabilire la relazione osmotica tra il soggetto dell’opera e il pubblico attraverso il contatto visivo, in un gioco di sguardi lontani da sé e poi dentro sé. Egli indaga la struttura linguistica dell’arte basandosi principalmente sul sistema delle immagini e della visione. I suoi video sono dunque incentrati sulle dinamiche della costruzione visiva dello sguardo e sull’essenza stessa del vedere, sui rimandi mentali che scaturiscono dall’ osservazione.

 

Occhi - Vis à Vis | a cura di Pier Luigi Basso Fossali e Luca Beatrice

Spoleto | Palazzo Comunale "Sala degli Ori" | 27 Ottobre - 20 Novembre 2007

Mostra promossa da ›› www.pointofviewrecords.com | in collaborazione con STUDIO Aí87

 

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